Le proteste contro Donald Trump si sono verificate negli Stati Uniti d'America, in vari paesi del continente europeo e in altre parti del mondo a partire dal suo ingresso nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016.
Le innumerevoli manifestazioni di dissenso hanno espresso la loro netta opposizione inizialmente alla retorica e il populismo messo in campo dal candidato del Partito Repubblicano e subito dopo alla sua vittoria nella competizione, alla cerimonia inaugurale e relativo insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America e infine anche alle varie azioni intraprese dal neo-presidente.
Alcune di queste proteste hanno preso la forma di "walk-out", rottura di contratti d'affari, petizioni, raduni, dimostrazioni e marce. Mentre la maggior parte di esse si è svolta in un clima del tutto pacifico[1], in certi casi la condotta assunta è stata impugnata e quindi sanzionata in quanto esplosione di atti di vandalismo oltre che tentativi di aggressione fisica contro i sostenitori di Trump[2][3].
Un numero minoritario di manifestanti sono anche stati accusati di aver fomentato disordini civili[4]. La più vasta protesta organizzata in termini numerici è avvenuta il giorno successivo alla sua inaugurazione, quando milioni di persone si sono presentate il 21 gennaio del 2017 nel corso della "Women's March" per lanciare slogan e testimoniare il proprio dissenso, diventando così la più grande protesta giornaliera dell'intera storia degli Stati Uniti d'America[5].
© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search